Stasera Casa Mika tra varietà e fiction

Mika ha riaperto le porte della sua casa: martedì 31 ottobre, in prima serata su Rai2, è partita la seconda edizione di Stasera Casa Mika. Lo show nel 2016 ha stupito e divertito pubblico e critica non solo italiani, ma anche internazionali, conquistando il prestigioso premio Rose d’Or Awards come miglior programma europeo d’intrattenimento. In questa nuova stagione Mika è affiancato da Luciana Littizzetto.

Il primo dei quattro appuntamenti ha raccolto 1 milione 843 mila telespettatori pari al 9,03% di share, al di sotto della media della scorsa edizione (2 milioni 760 mila telespettatori pari all’11,80% di share).

Per Aldo Grasso sono vincenti le idee che vedono Mika protagonista anche fuori dallo studio, come in taxi per le vie di Milano o alla scoperta del lavoro dei pastori sardi:

Chissà se Stasera Casa Mika, il varietà costruito intorno al popolare cantante e showman anglo-libanese, tornato in onda con una seconda stagione, va già visto come un reperto, uno dei primi fossili della Rai2 che poteva essere, quella immaginata dalla sua ex direttrice Ilaria Dallatana (martedì, 21.20). È innegabile che, aldilà degli ascolti, in poco tempo la rete avesse cambiato pelle, con programmi che hanno portato una ventata di freschezza e modernità, addirittura di cosmopolitismo, soprattutto grazie a una nuova visione dell’intrattenimento, che non è un accessorio del servizio pubblico ma una sua componente fondamentale. Già l’anno scorso, lo show di Mika era parso uno dei cardini di questo progetto. Grazie ad altissimi valori produttivi (è uno show costoso e si vede, soprattutto nella costruzione dello studio, nei costumi e negli accompagnamenti di canto e ballo), grazie a buone idee di scrittura, grazie alla personalità eccentrica ma allo stesso tempo candida e divertente di Mika. Vedendo la prima puntata della seconda stagione, l’impressione è stata che l’effetto di novità dirompente sperimentato l’anno scorso si sia stemperato. Stupisce non poco la scelta di affiancare a Mika Luciana Littizzetto, molto lontana dallo stile (e forse dal pubblico ideale) del protagonista. Restavano molto riuscite, anche grazie al montaggio, alcune idee di scrittura che vedevano Mika protagonista fuori dallo studio, in taxi per le vie di Milano o alla scoperta del lavoro dei pastori sardi. Paradossalmente le più lontane dal modello «formattizzato» del varietà di prima serata Rai, tutto fatto di sketch (duetti, medley, momenti di talk, markettone a film e fiction) la cui riuscita è molto soggetta alla bravura dell’ospite che interagisce con il conduttore. Diciamo che non tutti quelli della prima serata sono parsi all’altezza. Si è sentita molto la mancanza di Virginia Raffaele.

Mika, con la sua aria stralunata e surreale, si conferma ancora tra gli showmen che meglio conoscono il linguaggio dello spettacolo, scrive Andrea Fagioli su Avvenire:

Michael Holbrook Penniman junior in arte Mika, trentaquattro anni, cantante libanese di nascita e britannico d’adozione, ci aveva stupito l’anno scorso per aver realizzato il miglior varietà televisivo italiano in tempi moderni dopo Fiorello. C’era dunque attesa per questa seconda edizione di Stasera Casa Mika, quattro puntate il martedì in prima serata su Rai 2. L’obiettivo era addirittura più ambizioso: innovare per migliorare, a partire dalle presenze fisse, ovvero, quest’anno, da Luciana Littizzetto. Ma al di là di un buon monologo sul bullismo, l’apporto della comica torinese è stato ben poca cosa e a tratti di scarso gusto. Non è stata granché nemmeno l’altra novità: una sorta di fiction dal titolo Il ragazzo che viene dal futuro che in pillole di pochi minuti racconta il viaggio di Mika nel tempo, in questo caso nell’Italia di cinquant’anni fa. Lo stratagemma è quello del passaggio dall’armadio (per la verità non nuovo), che rappresenta uno dei modi per ampliare l’idea dell’appartamento con una interazione costante tra dentro e fuori lo studio. Oltre al viaggio nel tempo, Mika fa il tassista come già nella prima edizione, ma anche il pastore in Sardegna (almeno nella prima puntata), ricordando un po’ Chef Rubio e il suo È uno sporco lavoro. Molti gli ospiti già dalla prima puntata: Riccardo Scamarcio, Elisa, Rita Pavone, la diva del burlesque Dita Von Teese, ma anche Luca Argentero e Valentina Bellè per promuovere le Sirene di Rai 1 di cui guarda caso è autore tra gli altri Ivan Cotroneo che firma anche il programma di Mika. L’ospitata interessata l’ha ammessa lo stesso conduttore. Insomma, questa seconda edizione di uno degli show economicamente più sostenuti dalla Rai non sembra essere partita con il piede giusto come la prima volta. Anche gli ascolti non sono stati eccezionali fermandosi poco sopra il milione e 800 mila telespettatori con uno share intorno al nove per cento. Va comunque detto dei due forti competitor: Il paradiso delle signore su Rai 1 e la partita di Champion League Roma-Chelsea su Canale 5. Attendiamo quindi le prossime puntate per una verifica, anche perché le doti artistiche di Mika non sono venute meno, confermandosi ancora, con la sua aria stralunata e surreale, tra gli showmen che meglio conoscono il linguaggio dello spettacolo.

Dateci 10, 100, 1000 Mika-mondi, scrive il critico di Repubblica Antonio Dipollina:

CI VORREBBE Mika, ovunque. O almeno questa è la reazione ogni volta che il ragazzo meraviglia si fa in quattro saltando, cantando, ospitando, parlando un sacco di lingue, guidando il taxi (“Ma tu sei Mika!”) andando a vivere da pastore in Sardegna, tenendo un monologo impervio sull’ultimo tabù, ossia la depressione. Immediatamente si chiede Mika ovunque, a Sanremo, a condurre il tg, come vicino di casa. Per dire che l’entertainer più avulso dai modi tv nostri vince coi modi suoi, non c’è niente in giro di così forte e garbato insieme. Stasera Casa Mika/ 2, Rai2 il martedì sera, è una clamorosa illusione di un mondo migliore (ma una volta gli show servivano a quello). Luciana Littizzetto funziona molto più con le incursioni che con il protagonismo, le ambiguità che escono dalla gaiezza di tutto quanto risultano naturali, il senso è che ci si sente tutti più buoni ma è balsamico ed è il progetto dichiarato del Mika-mondo.

Per il critico televisivo de Il Giornale, Laura Rio, il programma è una torta Chantilly con tanta panna montata, ma non adatta a tutti i palati:

Un viaggio onirico, ma anche una passeggiata poetica, ma anche un’incursione nella realtà, ma anche un salto nel passato, ma anche una scoperta di pezzi d’Italia, ma anche un gioco ironico e sexy. Insomma, forse sta in questi «ma anche» il motivo per cui un programma bello, ben studiato, ben girato con un enorme lavoro di montaggio e post produzione come Stasera casa Mika non ha fatto così tanta presa sul pubblico nella puntata di debutto, martedì su Raidue. Certo un 9 per cento di share e un milione 842 mila spettatori non sono pochi, anche perché siamo sul secondo canale. Però la prima puntata dello scorso anno aveva registrato ben cinque punti percentuali in più e quasi il doppio degli spettatori. E, considerando che lo show costa molto, probabilmente ci si aspettava qualcosa di più. Il fatto è che la «fluidità» a tutti i costi (scelta consapevole del cantante e dei suoi autori), cioè il passare da un argomento all’altro, da uno stile all’altro, da un’epoca all’altra, da una Littizzetto spara-cavolate a una Littizzetto poetica verso gli adolescenti bullizzati, il tutto (s)legato da continue porte girevoli che non ti danno il tempo di capire dove eri prima e dove sei dopo, forse non è così facile da recepire per tutti. Insomma, il programma è una torta Chantilly con tanta panna montata, ma non adatta a tutti i palati. Comunque ci sono altre tre puntate da gustarsi e anche il tempo per recuperare un po’ di spettatori. In ogni caso quello di Mika resterà uno show che ha segnato la differenza, un vero tentativo di fare qualcosa di nuovo.

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