La sexy Lolita Lobosco conquista il pubblico

7 milioni e mezzo di spettatori (31,8% di share) hanno seguito domenica 21 febbraio la prima delle quattro puntate de Le indagini di Lolita Lobosco, la serie di Rai 1 con Luisa Ranieri, diretta da Luca Miniero.

Un successo clamoroso per questa nuova fiction, che ha superato anche l’ottima Mina Settembre, con Serena Rossi, che la domenica precedente aveva chiuso la prima stagione con 6 milioni e mezzo di spettatori (26,4% di share).

Donne moderne ma incomplete, sentimentalmente fragili. È questa l’immagine che le fiction stanno dando delle numerose donne poliziotto che popolano la tv. È così anche l’ultima arrivata, scrive su Avvenire il critico Andrea Fagioli:

Donne moderne, non c’è dubbio, che hanno preferito il lavoro alla famiglia. Donne libere, coraggiose e caparbie, ma incomplete, sentimentalmente fragili, forse infelici, con qualche scheletro familiare nell’armadio. È questa l’immagine che le fiction stanno dando delle numerose donne poliziotto che popolano la tv. È così anche l’ultima arrivata: Lolita Lobosco, alias Luisa Ranieri, vicequestore di un commissariato di Bari, nella serie Le indagini di Lolita Lobosco, la domenica in prima serata su Rai 1. Nel vederla è tornata alla mente la recente Petra Delicato, ispettore della Mobile di Genova interpretata su Sky da un’inedita Paola Cortellesi, ma anche la più lontana Valeria Ferro (Miriam Leone), della Squadra omicidi di Torino (Rai 3). Poliziotte che a volte, nonostante la bellezza naturale, rinunciano alla propria femminilità. Petra è corrucciata e rigida. La Ferro perennemente in jeans, golfino grigio e capelli legati. Ma Lolita, al contrario, è sensuale, viaggia su tacchi a spillo, si trucca, scioglie spesso i capelli al vento con un pizzico di malizia. E non è un caso che la prima inquadratura, ma anche la prima battuta, siano dedicate a un capo di biancheria intima. In questo Lolita, pur risolvendo casi di omicidio come le colleghe ed avendo caratteristiche comuni, è molto diversa da loro. Nel complesso anche la serie, oltre il giallo, vira verso il rosa e la commedia, mettendo alla berlina soprattutto gli uomini e i loro pregiudizi sulle donne. Di simile in tutte queste fiction, comprese quelle non poliziesche, resta il ruolo delle città, che diventano in qualche modo coprotagoniste. La Bari di Lolita è da cartolina. Non è invece da manuale il barese imposto alla protagonista. E non è la sola cosa a non convincere del tutto nonostante il successo di pubblico: oltre 7 milioni e mezzo di telespettatori per la prima delle quattro puntate. Un record per questa serie prodotta in parte in casa dalla Zocotoco di Luca Zingaretti (marito della Ranieri) con Bibi Film Tv e Rai Fiction per la regia di Luca Miniero.

Alla ditta Luisa (Ranieri) & Luca (Zingaretti) va tutto bene, anche le sinergie, scrive su La Verità il critico televisivo Maurizio Caverzan:

Con questi risultati bisogna dar ragione a Luisa Ranieri e Luca Zingaretti, nuova coppia dell’italica fiction. Il primo episodio di Le indagini di Lolita Lobosco, ispirate ai romanzi di Gabriella Genisi (pubblicati da Sonzogno e Marsilio), trasmesso domenica sera da Rai 1, ha ottenuto ascolti record: 31,8% di share, 7,5 milioni di telespettatori. Dire numeri «alla Montalbano», è fin troppo facile. Ma l’ombra di Zingaretti si stende fin dall’inizio sul successo di Lolita Lobosco. Fu proprio lui, infatti, a leggere le storie della Genisi e a bloccarne i diritti televisivi con la Zocotoco, la società di produzione che condivide con la moglie. Gli altri soggetti coinvolti nel progetto di Rai Fiction sono la Bibi Film Tv di Angelo Barbagallo e la Apulia Film Commission, attivissima come le altre consorelle del nostro Mezzogiorno. Non a caso la nostra fiction è tutta tra Napoli, la Sicilia, Matera e la Puglia. Dopo anni al Nord, Lolita Lobosco torna nella Bari delle origini. Ma ritagliarsi credibilità come vicequestore per una donna che «ha la quinta di reggiseno» in un commissariato che pullula di uomini non è facile. Il copione però è questo: nella prima scena, mentre ritira dallo stendino un completo di biancheria intima, le mutandine le cadono nella piazza sottostante, dove scopre che qualcuno le ha rubato la Bianchina. Meno male che il fruttivendolo ambulante conosceva il padre contrabbandiere, così ora può scortarla in questura. Dove Lolita è pronta a interrogare l’ex fidanzato, che in gioventù l’aveva bruscamente lasciata, sospettato di stupro. Appena scagionato, i due si affrettano a recuperare il tempo perduto tra le lenzuola. Salvo esser svegliati dagli agenti perché sul capo dello sfortunato ex fidanzato ora pende il sospetto di omicidio. Nonostante il questore (Ninni Bruschetta) sia costretto a toglierle il caso, Lolita continuerà indomita le indagini, alternandole a serate in casa della sboccata madre (Lunetta Savino) e a sedute di jogging, inutili ai fini delle azioni di polizia nelle quali non rinuncia mai al tacco dodici. Pur apprezzando lo sforzo, non si può non dire che la definizione del filone poliziesco giallorosa appare ancora lontana. Sceneggiatura e dialoghi risultano approssimativi. Tuttavia, visti i numeri, hanno indubitabilmente ragione Luisa Ranieri e marito. Comparsi sinergicamente in coppia anche nello spot per un marchio di pasta del primo break pubblicitario, che conteneva anche quello di una linea cosmetica caldeggiata da lei e il promo dei nuovi episodi del Commissario Montalbano. Alla fine, nella piazza sotto casa, Lolita ritrova pure la Bianchina…

Commenta