L’onore e il rispetto – Parte seconda con Gabriel Garko da stasera su Canale 5

Da stasera alle 21,10 su Canale 5 parte la fiction in sei puntate L’onore e il rispetto – Parte seconda, con protagonista l’attore Gabriel Garko, che  si racconta oggi in un’intervista, rilasciata ad Agnese Gazzera de Il Giornale, di seguito riportata.

L’abbiamo visto nei panni di un ufficiale nazista per Tinto Brass, ora lo ritroviamo in quelli del mafioso Tonio Fortebracci in L’onore e il rispetto 2 e presto indosserà la divisa fascista a fianco di Manuela Arcuri. Gabriel Garko, 35 anni compiuti a luglio, torna da questa sera in tv con le nuove puntate di L’onore e il rispetto 2 (su Canale 5 alle 21.10).
Le repliche della prima serie, in onda quest’estate, sono state molto seguite. «Era la quarta replica e ha avuto ascolti altissimi. La gente si è innamorata della storia e del mio personaggio. La fiction ha aspetti vincenti».
Quali?
«È uno spaccato di storia italiana realmente accaduta, ma è anche romanzata e intrisa di grandi passioni. Tocco ferro, ma ho visto parte della seconda serie ed è ancora più avvincente».
Sotto quali aspetti?
«È diversa, ci sono personaggi nuovi interpretati da Ben Gazzara, Alessandra Martines, Laura Torrisi, Paul Sorvino, Vincent Spano. Storie nuove che si intrecciano a quelle dei personaggi della prima serie».
Il suo personaggio cambia?
«Molto, anche perché se no non l’avrei interpretato. Tonio Fortebracci è maturato, nelle nuove puntate non è più gratuitamente cattivo. È meno impulsivo, prima di lasciarsi andare alla violenza conta fino a due, se non a tre».
Tonio Fortebracci le somiglia?
«Se fosse così sarei già in galera… No, in verità non molto, non sono così impetuoso».
Per il suo personaggio la vendetta è un chiodo fisso. Lei è vendicativo?
«No, penso che la migliore arma sia l’indifferenza. Ma, nel caso, la vendetta preferisco sia servita fredda».
Tonio non riesce a sganciarsi dalla mafia. Lei si è mai trovato in situazioni da cui non riusciva a liberarsi?
«Non mi sono mai fatto mettere all’angolo, sono sempre riuscito a scappare prima».
E la bellezza, non l’ha mai fatta sentire «imprigionato» in un ruolo?
«No, non mi ci sento incatenato. Do volentieri il mio esser bello alla telecamera, ma do anche l’interpretazione».
Cos’è la fiction?
«È ciò che il cinema è stato negli anni ’60 e ’70. Oggi si investono molti soldi nella fiction, che sa entrare in modo diretto nelle case. Il cinema invece è in un momento di stallo».
Meglio la fiction o il cinema?
«Preferisco una bella fiction a un brutto film».
Quali parti accetta?
«Valuto copione, regia, partner e minutaggio giornaliero. Se si girano 20 minuti al giorno, è indice di bassa qualità. Ma non ho regole, anche se mi piace molto cambiare».
Ha finito di girare «Caldo Criminale». Ci anticipa qualcosa?
«È la storia, in una sola puntata, di un ragazzo che sposa sua malgrado una donna più vecchia di lui. Incontra una ragazza, la Ferilli, e si innamora. La prossima settimana inizio Il peccato e la vergogna, titolo provvisorio di una fiction in 6 puntate, con Manuela Arcuri. Tornerò anche a Torino per sei o sette settimane per girare».
Già, perché lei è piemontese d’origine, ma vive a Roma.
«Roma è la mia città, amo Torino ma non vorrei tornarci, anche se là ho molti amici».
Ci descriva Gabriel Garko.
«Una persona normalissima. Niente di speciale da dire».
Ma il successo l’avrà cambiata.
«Mica tanto. Sono maturato molto, questo sì. Chi è cambiato sono le persone intorno, non quelle più vicine naturalmente: la maggior parte in peggio». Fidanzato? Progetti in vista?
«Fidanzato. Ma non programmo, vivo alla giornata».
Senta, quando il prossimo calendario?
«Se tornassi in quel momento là, lo rifarei di sicuro. Ma ora, non se ne parla».